martedì 12 gennaio 2010

il contenitore in plastica del sapone. rosa e bianco.

è questione di visione.
visione del mondo.

rimanere in solitudine. chiudersi in una stanza. silenzio. pace. silenzio quasi fastidioso. non c'è nulla intorno a te di vivo. nulla.
solo oggetti. ammassi di atomi aggregati e tenuti insieme da una qualche forza di cui non conosco il nome.

non sono fatti di vita!

sono fermi. immobili. e tu li fissi. nel silenzio dello sguardo senti il battito del tuo cuore. regolare.
eppure hanno una parvenza così umana.
sembrano contenerla, la vita.
e poi chiudi gli occhi.
qualcuno li ha toccati, qualcuno li ha trasmesso la loro consistenza, gli ha dato forma. una macchina?
probabile. una macchina automatica che ne ha creati mille, duemila, un milione.
ma quella macchina è stata costruita.
una mano di un uomo ha toccato i suoi bulloni. ha avvitato i suoi congegni.
ha lasciato le sue impronte. il grasso impercettibile della sue pelle.
un'altra mano ha progettato la macchina. ha disegnato su un foglio bianco. la grafite scorre veloce.
veloce e precisa.
ecco l'umanità.
del disegno.
della macchina.
del contenitore rosa e bianco.
appoggiato sullo scaffale trasparente vicino al lavandino.
tutto è umano, tutto è vivo. tutto ciò che c'è nel mondo.
e che abbiamo toccato
e che la nostra mente ha pensato, progettato.

la vita è in ogni cosa. è una questione
di visione.

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